Intervista Flash: Hang Loose

Hang Loose è il nome di una nuova realtà che va ad inserirsi nella multiforme e tumultuosa scena metal italiana. ha intervistato per voi i ragazzi del gruppo: sentiamo come la pensano!!!

 

[MW] Visto che siete alla prima intervista in questo sito, perché non presentate ai nostri lettori quando ed in che modo avete iniziato il vostro percorso nel mondo underground?

La storia degli Hang Loose inizia nel maggio del 1996 quando con la prima line-up abbiamo messo su questo ambizioso progetto.I primi passi erano rivolti verso un classico Metal, alla Metallica per intenderci, poi piano piano ci siamo distaccati sempre più fino a creare il sound che oggi ci caratterizza.

[MW] Da quali generi e bands è influenzato il gruppo?

Come detto in precedenza, il metal è stato un pò per tutti il principale ingrediente formativo, ma non metteremmo in secondo piano l'hard rock classico a cui forse oggi ci avviciniamo di più, il grounge, il rock progressivo.
Se dovessimo farti qualche nome tireremmo sicuramente in ballo i Metallica, i Dream Theater, i Pink Floyd, i Pearl Jam, ma anche perchè no band come i Bon Jovi e i Guns n' Roses.

[MW] So che potrebbe non essere facile farlo, ma potreste commentare il vostro ultimo lavoro?

“Set on fire” è un po’ l’atto conclusivo di un lungo percorso durato ben 9 anni nel quale abbiamo fatto tanta gavetta, 3 demos e siamo cresciuti molto sotto i vari aspetti che il “vivere” in una band comporta.
Certo un EP di soli 3 pezzi può sembrare un po’ poco dopo 9 anni, ma crediamo che questi 3 pezzi rappresentino bene cosa sono gli Hang Loose oggi ed essendo un promo era forse inutile mettere troppa carne al fuoco.
Chi avrà la fortuna, o la sfortuna a secondo dei gusti, di ascoltare “Set on Fire” crediamo avrà la possibilità di assaporare le varie sfaccettature della nostra musica: si va da “Set on Fire” che è un brano molto immediato, nervoso e d’impatto, a “Supermarket bombs” in cui abbiamo voluto dare una certa rilevanza ai synth e all’elettronica senza però rinunciare al sound “duro”, per finire con “For the last time” in cui la nostra anima Metal si mette in luce con maggior chiarezza.

[MW] La scena metal underground è indubbiamente inflazionata da tantissmi gruppi, per cui (spesso) risulta necessario presentare delle composizioni che si facciano notare nel marasma delle varie scene musicali. Ritenete che le vostre canzoni abbiano da dire qualcosa in più o di diverso da quello che è già stato detto nell'affollatissimo mondo metal?

Questo non è facile dirlo e forse non sta neanche a noi dirlo, certo è che troviamo non poche difficoltà a rispondere alla classica domanda “che genere suonate?”.
Suoniamo Hard Rock, Metal, Progressive ? Ce ne hanno date talmente tante di etichette che anche noi fatichiamo ad identificarci in un genere piuttosto che in altro.

[MW] Cosa pensate del panorama underground nazionale?

Abbiamo constatato come, a prescindere dal genere, ci sia tanta gente che fa bella musica e che meriterebbe più attenzione.
Il problema secondo noi non è tanto in chi fa musica, che poi essendo “musicista” fa musica a prescindere da chi lo ascolta e da quanti lo ascoltano, la fa perché è una necessità.
Il problema in Italia è semmai in chi dovrebbe Il panorama nazionale è costellato di decine di migliaia di band, noi abbiamo avuto la fortuna di suonare anche al di fuori del contesto regionale e ascoltare musica. E’ un problema che in altre parti d’Europa non esiste, il pubblico è molto attento anche a chi non ha la fortuna di avere alla spalle una major o una buona produzione, non è schiavo delle “pubblicizzazioni”. Tutto questo in Italia non succede purtroppo.

[MW] La carriera di un gruppo musicale (pur breve che possa essere) è sempre costellata di avvenimenti più o meno positivi. Cosa vorreste cancellare e cosa ricorderete per sempre della vostra esperienza di gruppo, dagli inizi inizi sino ad ora?

Sinceramente credo che non cancelleremmo niente perché tutte le esperienze, positive e negative, in quanto tali, ci sono servite per essere quello che siamo oggi.
Tra le esperienza positive sicuramente vogliamo ricordare la vittoria al “Three Days of Peace and Music” a Policastro, in provincia di Salerno e l’aver suonato a piazza Navona alla festa nazionale di Emergency per il significato sociale di questa associazione, è stato un vero onore e siamo lieti che la collaborazione continui tutt’oggi.

[MW] Come giudicate il veicolo "internet" per la promozione della scena musicale?

Noi siamo rimasti legati al caro vecchio “cd”, all’emozione nello strappare il cellofan di corsa per sentire cosa ha “combinato” la nostra band preferita. Ma il futuro è il futuro e non possiamo chiudere gli occhi davanti alle prospettive che un mondo incredibilmente eterogeneo e ricchissimo come quello di internet ci propone tant’è che il nostro cd è già in vendita anche on-line.

[MW] Visto che ne stiamo parlando.... quanti CD originali acquistate ogni mese? E quanti ne ascoltate?

Non molti purtroppo, i prezzi sono quelli che sono e bisogna fare sempre più scelte mirate nell’acquisto.

[MW] Cosa vuole fare il vostro gruppo "da grande"?

Credo che la prima cosa sia continuare a crescere musicalmente, anche cercando nuove sonorità e nuove vie per non rimanere incastonati dentro a schemi con il rischio di cadere in stereopatizzazioni.
Magari anche accrescere la nostra popolarità e riuscire a suonare il più possibile per poter portare la nostra musica un po’ ovunque.

[MW] Ok, ragazzi! Lo spazio a nostra disposizione sta per terminare, ma voglio lasciarvi carta bianca per l'ultimo messaggio. A voi la parola, siete liberi di esprimervi!

Il nostro augurio è che ci sia sempre più gente che ascolti musica “consapevolmente”, che la scena underground italiana riesca ad ottenere quegli spazi che le sono sempre stati negati ed esca da questo stato di coma vigile in cui si trova perché c’è davvero tanta gente brava che chiede solo spazi e modi per esprimersi...

Keep on rockin’
Hang Loose

Intervista di Bloodflower Articolo letto 432 volte.

 


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